Ho appena finito di inserire la mia penultima scorribanda in solitaria tra le alpi bergamasche, quelle più vicine a casa mia (almeno per le uscite infrasettimanali).
Era d'obbligo tener traccia di una nottata splendida, di quelle che ti rimangono: ho superato la magnitudine limite teorica del dobson 12". La mattina seguente non ci credevo..
Direttamente dal mio libretto di appunti:
A distanza di un mese eccomi con un pizzico di tempo a trascrivere sul web quelli che sono i miei piccoli appunti osservativi, che mi piace prendere man mano che osservo all’oculare. E’ da un po’ che ricevo mail piacevoli da parte di qualche amico astrofilo che osserva come me il cielo con un telescopio di diametro generoso. Condividere è una cosa molto piacevole e sapere che questo blog, questo libretto d’appunti, è utile a qualcun altro mi riempie di piacere. Alla fine è anche questo il bello del web.
Ed è proprio in questa sede che voglio annotarmi la piccola impresa, seppur personale, di una notte, quella tra il 18 e il 19 febbraio scorsi.
Da quando osservo il cielo in maniera più intima, ancora più attenta di quanto abbia mai fatto molte cose sono cambiate.
Si impara a sfruttare il proprio occhio, a capirne le sensazioni. Rilassarsi mentre si tiene l’occhio all’oculare è una delle cose più importanti quando si è a 10 gradi sotto lo zero.
Rilassarsi permette di vedere cose “strane”, inusuali.
Come guardare un gruppo di galassie, segnarti la loro posizione suil libretto e il giorno dopo scoprire che tra quelle galassie ce n’è una di 15esima magnitudine.
Quando il tuo telescopio può vedere fino alla 14.2…almeno teoricamente.
E’ invece è li, dove l’hai segnata al buio. Dove l’hai vista sull’Uranometria.
E’ stata conferma di una soddisfazione infinita.
Ma prima di entrare nel dettaglio ecco il resto della serata, decisamente sorprendente.
Lo strumento è sempre lo stesso: il piccolo, grande Meade da 12″.
Collimazione, acclimatamento, tutte procedure fatte accuratamente.
Il posto è il solito provato la notte osservativa precedente del 31 gennaio: Madonna delle Nevi, poco prima di salire a Passo San Marco (BG).
Il cielo non è il top per via del fatto che a Sud c’è Bergamo e a Sud-Est Milano.
Ma è proprio grazie a Madonna delle Nevi, località incastonata in un’insenatura tra i monti, che l’orizzonte viene coperto e il fastidio sparisce.
E’ vero, si è sacrificati: bisogna osservare da Nord a Sud passando per l’Est e dimenticandosi dell’altra parte del cielo. Ma quello che vedi almeno lo vedi buio.
La magnitudine limite stimata è stata circa della 5.6. Un valore sufficente e niente più.
Il seeing in questa nottata è stato variabile. E’ incominciata male, poi si è riassettato: da III a II (scala di Antoniadi).
Il termometro ha indicato sempre 7, 8 gradi sotto lo zero.
La sessione osservativa incomincia presto: alle 21.30 lo strumento era già montato.
Me la prendo comoda, per far acclimatare bene lo specchio e adattarmi al buio.
Mi sono fatto il mazzo per impaginare le immagini dei deepsky come visti all'oculare

Quindi per una descrizione oggetto per oggetto proseguite qui:
http://davidem27.wordpress.com/2009/03/ ... elle-nevi/