Beh, il percorso ottico fra rifrattori e newton è differente.
Nel newton, la luce entra "parallelamente" al tubo, poi il primario crea il cono e lo riflette sul secondario. Quindi il paraluce può essere lungo quanto vuoi, così come i diaframmi interni, che è sufficiente siano oltre il primario.
Il rifrattore è diverso, la lente d'entrata raccoglie un cono di luce che focalizza sul piano focale, da cui i diaframmi che hanno diametro variabile (da calcolare) a seconda della distanza dall'obiettivo. Per il paraluce il concetto è lo stesso... è come se si dovessero calcolare dei diaframmi "esterni all'obiettivo". Comunque, siccome 1 disegno vale più di mille parole, se mi autorizzi posto il link alla discussione su astrofili, che spiega molto bene, graficamente, il concetto
