Torino - ricordo Sputnik e Cordiglia

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Riccardo Giuliani
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Torino - ricordo Sputnik e Cordiglia

Messaggio da Riccardo Giuliani »

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Interessante ricordo, oggi ad Alessandria (To) con un evento sulle Radio d'epoca e le imprese dei f.lli Cordiglia. Tra le tante la ricezione, anni 50, dei primi segnali satellitari (Sputnik, ecc.)

Articolo su La Stampa di oggi, 1 settembre 2017
http://www.lastampa.it/2017/09/01/socie ... agina.html

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La Stampa - Valentina Frezzato
Alessandria

Fra chi tenderà l’orecchio per ascoltare i suoni originali del primo satellite della storia, ci sarà anche chi è diventato famoso per aver reso udibili rumori e parole che arrivavano dallo spazio.
Ha 78 anni Giovanni Judica Cordiglia, che insieme al fratello Achille - morto due anni fa - è diventato celebre negli Anni 60 per essere riuscito a captare rumori e addirittura voci di chi si trovava in orbita.

Domani nella Cittadella militare di Alessandria, Cordiglia «riporterà» il vero suono dello Sputnik 1 durante un evento speciale per amanti delle avventure nello spazio organizzato dalla delegazione cittadina del Fai, il Fondo ambiente italiano.
Manifestazione creata grazie alla collaborazione con l’Aire (Associazione italiana per la radio d’epoca) Piemonte e Valle d’Aosta. «È un’occasione - spiegano - che vuole ricordare il lancio del primo satellite artificiale nella storia dell’umanità.
Una stazione speciale radioamatoriale per Om/Swl, allestita appositamente all’interno della mostra della radio di Claudio Gilardenghi che è permanente in Cittadella, ricorderà la mitica Torre Bert dei fratelli Judica Cordiglia e per l’occasione saremo onorati di avere come primo ascoltatore proprio Giovanni Judica Cordiglia».

Sessant’anni fa

S’inizia alle 10 poi, a orari prefissati, verranno trasmessi i veri suoni dello Sputnik 1. Il lancio è avvenuto il 4 ottobre 1957 dal cosmodromo di Baikonur grazie al vettore R-7 (Semyorka). Gli strumenti a bordo dello Sputnik 1 - che è il primo satellite ma è meno famoso del secondo, perché era vuoto, invece nel 2 all’interno c’era la cagnolina Laika - rimasero funzionanti per 21 giorni.
Era formato solo da una sfera pressurizzata di alluminio di 58 centimetri di raggio e da 4 antenne lunghe circa 2,5 metri.

Judica Cordiglia è considerato l’«orecchio» d’Italia.
È il più grande esperto nelle intercettazioni per i tribunali (lo fa di lavoro) ed è diventato noto grazie alle sue imprese: a 18 anni ha fatto ascoltare il battito cardiaco della cagnetta Laika prigioniera nella capsula spaziale sovietica Sputnik 2, dopo tre anni ha registrato la voce del cosmonauta russo Jurij Gagarin, il primo uomo lanciato nello spazio. Tutto partì da un esperimento: con il fratello costruì un trasmettitore per collegarsi con un radioamatore di Rio de Janeiro; aveva nove anni.
Il 4 ottobre 1957, al lancio dello Sputnik 1, riuscirono a intercettarne il segnale, visto che i sovietici avevano fornito la frequenza. Sono noti anche per aver «catturato» le voci dei presunti «cosmonauti perduti», cioè quelli che l’Urss avrebbe sacrificato durante voli sperimentali tenuti segreti. Per i russi, Gian Battista (perito giudiziario) e il fratello Achille (che era medico) sono così diventati un problema, per quelle parole diffuse quando ancora nessuno aveva raccontato al mondo la prima esplorazione spaziale dell’uomo. Loro sono stati i primi.


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Bavic
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Messaggio da Bavic »

erano due folli, si la faccenda è nebulosa e vi si presentano diversi punti oscuri. Con probabilà non accadde che vi furono morti e astronauti agonizzanti registrati in audio.
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PaoloL
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Messaggio da PaoloL »

In altre discussioni su questo tema, credo di aver scritto cosa accadde....

P.S. il forum sembra funzionareeeeeee.

Paolo
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Riccardo Giuliani
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Messaggio da Riccardo Giuliani »

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Si Paolo. Se inserisci i link ricercando sul forum, così agganciamo. :)

Seppi che furono anche espulsi dall' ARI (Associazione Radioamatori Italiani) di cui son tornato a farne parte dop qualche anno.
Ed un motivo valido ci sarà stato.
Ma... ad oggi non ho trovato un riferimento certo.

Mi piacerebbe ri-approfondire anche per avere un quadro più reale e veritiero del loro particolarisismo operato.

Breve, autorevole sintesi > http://www.svengrahn.pp.se/trackind/Torre/TorreB.html

Notiziario ARI Milano > http://www.arimi.it/Site/public/NR502.pdf


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Messaggio da PaoloL »

Riccardo, non riesco a ritrovare la discussione....boh !
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Riccardo Giuliani
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Messaggio da Riccardo Giuliani »

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Forse è questa, Paolo. Dammi conferma > http://forum.adiaastronomia.it/viewtopic.php?t=5839

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PaoloL
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Messaggio da PaoloL »

Ciao Riccardo,
forse è quella la discussione a cui mi riferivo, ma mi sono accorto di non avervi partecipato.

Dato che sono stato chiamato in causa, cercherò di dare una mia spiegazione, il più obiettiva possibile, dei fatti, basandomi sulle mie conoscenze di astronautica (passione e lavoro svolto presso un’azienda aerospaziale) e sulle conoscenze storico-politiche degli anni in cui si svolsero i fatti (ricerche fatte all’epoca della pubblicazione del libro “50 anni di missioni spaziali”).

Caliamoci prima di tutto nel periodo storico: fine anni 50 inizio anni 60 del secolo scorso….all’inizio dell’era spaziale. Periodo della piena guerra fredda in cui le due superpotenze USA e URSS cercavano di prevalere una sull’altra sia dal punto di vista economico che dal punto di vista tecnologico. La guerra era basata anche sulla disinformazione e sul discredito che si cercava di addossare all’altro contendente.

Veniamo all’Italia: paese entrato a far parte della NATO dopo la seconda guerra mondiale ed alleato degli USA, ma abbastanza vicino, geograficamente parlando, all’URSS. (vi era anche una vicinanza politica con la presenza del PCI).

Premetto che per questioni di sicurezza l’Unione Sovietica non annunciava mai PRIMA il lancio di un vettore spaziale (sia che fosse un satellite, sia che fosse una capsula pilotata) lo faceva sempre DOPO.

Questo punto è importante poiché in più interviste i fratelli Judica-Cordiglia asserivano di essere avvisati prima del lancio.

I sovietici, tra le 48 e le 24 ore prima del lancio, sincronizzavano tutti gli orologi delle stazioni di terra del territorio con della musica classica e basta perché si aveva il timore che le comunicazioni radio potessero essere captate dal nemico (USA).

I fratelli Judica-Cordiglia (qui non parlo delle capacità tecniche e della strumentazione utilizzata) cercavano di captare, inseguendo a mano e spostando l’antenna (cosa difficilissima), i segnali provenienti da un oggetto in quota.

Tenendo presente che all’epoca vi erano già degli oggetti in orbita, con ogni probabilità sono stati vittime inconsapevoli di questa disinformazione avendo captato segnali provenienti forse da oggetti USA e volutamente ingannevoli. (Famoso il rantolo dell’astronauta morente…molto più simile a rumore di fondo).

Si tenga presente che i primi voli della capsula Vostok (quella con cui Gagarin fece il suo primo volo) non erano pilotati ma vi erano dei manichini dotati di vari sensori per la registrazione delle temperature, accelerazioni, radiazioni, pressioni ecc. ecc. e che erano dotati anche di registrazioni che servivano alle stazioni di terra per capire se erano in grado di ricevere i segnali dalla capsula.

Un’altra registrazione famosa è quella dell’astronauta donna chiamata Liudmila. Nella registrazione si sente una voce femminile che con tono quasi monotono e senza emozione dice dei numeri (spiegati come delle letture di temperatura che via via saliva all’interno della capsula) e terminando con la fatidica frase “Questo il mondo non lo saprà”.

La spiegazione data fu quella di un astronauta morto durante la fase di rientro in atmosfera a causa del malfunzionamento dello scudo termico.

Tengo a precisare che una trasmissione radio del genere è impossibile poiché nella fase di rientro l’attrito della capsula con gli strati più alti dell’atmosfera ionizza l’aria intorno alla capsula stessa creando il cosiddetto “Black-Out radio” delle comunicazioni da e verso terra.

Inoltre il tono espressivo della voce dell’astronauta non è quello di una persona che sa di stare per morire.

Se ascoltaste le registrazioni dell’astronauta Vladimir Komarov che effettivamente morì a causa del rientro incontrollato del primo volo della Soyuz vi rendereste conto dell’emotività del momento. Quando si rese contro che la sua navicella non rispondeva ai comandi, rivolgendosi ai controllori di volo a terra gridava “Qui non funziona niente…fate qualcosa….non voglio morire”.

Da tutto ciò si potrebbe dedurre che furono vittime in buona fede di questo discredito addossato all’Unione Sovietica che negli ultimi anni ha mostrato il suo forte disappunto su queste morti ingiustamente addossategli.

Dei fratelli Judica-Cordiglia si può dire senz'altro che sono stati degli autentici appassionati di spazio e che molto hanno fatto da soli nel campo della rilevazione dei segnali da satelliti.

Paolo
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