XI (11°) Star party ADIA 2021 - Foto e commenti =======

Amarcord - Star Party ADIA - Luci nel Buio
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Riccardo Giuliani
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XI (11°) Star party ADIA 2021 - Foto e commenti =======

Messaggio da Riccardo Giuliani »

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Cari amici delle stelle,
inseriamo qui, a seguire, commenti e foto di strumentazione, panorami ed amici scattate sul pianoro.


Escludendo le foto del cielo, che inserirete nelle apposite sezioni.

Nota di colore: Venerdi, e sabato sera, è stato presente anche un simpaticissimo "Cane astrofilo".

Iniziamo... :) (altre foto e commenti in progress)


>>> Ci spiace per le difficoltà avute, in questa edizione dello Star Party, per prenotare B&B et similia.
Purtroppo l'inedita concomitanza di una Gara podistica interregionale a San Severino
ha fatto si che quasi tutti gli alberghi fossero già occupati da prenotazioni avvenute, da sportivi e famiglie, con largo anticipo.
Ciò ha causato diverse assenze.

Comunque è stata una edizione, anche causa incertezze Covid, che ha visto
tanti partecipanti (non tutti in foto, purtroppo) in particolare il sabato sera e la successiva notte.

Il Cielo è stato più trasparente venerdi' notte.
Di fatto il pesante calore, che ha invaso il suditalia da qualche settimana, ha influito anche sul terso cielo di San Severino Lucano @ 1500 metri di quota.

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Parte del gruppo presente venerdì sera --- (Cliccare sulle foto per ingrandire)
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Parte del gruppo presente sabato sera
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Ultima modifica di Riccardo Giuliani il mer set 22, 2021 3:22 pm, modificato 3 volte in totale.
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icelon
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Messaggio da icelon »

Posto meraviglioso, per me la prima in assoluto. Ho potuto confrontarmi con molti appassionati e acquisire nuove conoscenze, grazie a tutti.
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Fedele
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grazie

Messaggio da Fedele »

Che dire...
il primo Pollino e Star Party della mia vita.
ringrazio tutti voi per il bel momento trascorso insieme. Ho conosciuto molte persone disponibili alla condivisione e cordiali.
Ringrazio Riccardo per il gran lavoro fatto e l'accoglienza. Ringrazio Michele per il supporto logistico iniziale.
Esperienza positiva, nonostante un cielo che, sebbene al di la delle possibilità delle nostre città, quindi ampiamente godibile, non è risultato utile ai fini della HR di Giove e Saturno.
Sono dovuto scappare via di corsa per via di un inizio di forte cervicalgia ed emicrania di cui soffro quando c'è molta umidità.
Sono andato via alle 02:30 senza salutare, vogliate scusarmi.
Grazie ancora e alla prossima


Cliccare sulle foto per ingrandire
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CanesVenatici
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Messaggio da CanesVenatici »

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Per me è stato l'8° o il 9° Star Party ADIA e come ogni anno è stata una bellissima e piacevolissima emozione tornare sotto al cielo del Pollino..
Dopo tanto tempo lontano dalle stelle, ho osservato soprattutto i grandi classici... soprattutto galassie e globulari ma in realtà non mi sono fatto mancare niente. Unico rammarico è stato non aver individuato NGC891, che a differenza delle passate edizioni, non ho trovato nè col mio 25 e nemmeno con il 40 dell'amico Franco. Probabilmente colpa di un cielo non buonissimo seppur non ci fosse umidità a terra.
Mando qui un saluto a tutti quanti non ho salutato quando sono andato via, e Michelangelo Piccolo con cui mi sono confrontato per tutta la serata, anche con scambio di strumentazione.
Infine un sentito GRAZIE a Riccardo e Michele che più di tutti si sono spesi per la riuscita di questo bellissimo evento.
Attendo le vostre foto nelle varie sezioni del forum.
Un caro saluto a tutti e cieli sereni..

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geriko70
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Messaggio da geriko70 »

Amici è sempre un piacere rincontrarvi sotto il cielo,fare nuove conoscenze, specialmente quello del pollino, esperienza che farei ogni mese se potessi ( un anno l'ho fatto) per questo mia moglie non mi segue più :D
sono sodisfatto ma allo stesso tempo fustrato da un episodio che ha vanificato lem due sere di sessioni, in breve dal passaggio da un pc ad un altro o perso tutti i file delle foto scattate in due notti, :shock:
ho cercato con dei programmi maio non sono riuscito!!! spero nel miracolo di qualche buon samaritano......
ciao Michele


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Riccardo Giuliani
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Messaggio da Riccardo Giuliani »

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Amici, da un idea caruccia...

La tavola delle firme di gran parte dei partecipanti a questa XI edizione.

L'idea fu pensata l'anno scorso per la X edizione che vide pochi presenti, causa "maltempo last minute".
Il cielo, poi, consentì, dopo un nebbione, di vedere, riprendere... finanche la cometa.
(la stessa tabella è stata, come si nota,... aggiornata :) ).


Grazie di cuore per lo squisito entusiasmo, e spirito fraterno, nel ritrovarsi anche in un momento, ancor difficile, causa Covid.

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PaoloL
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Messaggio da PaoloL »

E' bello leggere le emozioni di tutti voi. Con grande rammarico, ancora una volta, ho mancato questo bellissimo appuntamento. Spero nel prossimo anno.

Michele, se mi spieghi cosa è successo (anche in m.p. o per telefono) posso capire meglio la situazione e vedere se posso aiutarti in qualche maniera.

Salutissimi
Paolo
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Riccardo Giuliani
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Messaggio da Riccardo Giuliani »

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Grazie, Paolo antico fratello delle stelle. Sei stato con noi... spiritualmente.
Dobson a "Go Go", ormai, come da antica tradizione ADIA-Astronomia.

Primi allestimenti (venerdi' pomeriggio) Walter e Giulio - Dobsoniani DOC
cliccare sulle immagini per ingrandire
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Alcuni telescopi, lato ovest
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Altri Telescopi, lato est
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Alcuni telescopi, lato ovest - sabato
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Altre riprese, a breve


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Bavic
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Messaggio da Bavic »

Non ho potuto essere presente causa imprevisti in famiglia.
Do vivissimi complimenti per le presenze i commenti e le foto con anche
come avete scritto, problemi di alloggio causati dalla gara podistica.
Via con l'infinito (Giuseppe)
icelon
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Messaggio da icelon »

CanesVenatici ha scritto:.

Per me è stato l'8° o il 9° Star Party ADIA e come ogni anno è stata una bellissima e piacevolissima emozione tornare sotto al cielo del Pollino..
Dopo tanto tempo lontano dalle stelle, ho osservato soprattutto i grandi classici... soprattutto galassie e globulari ma in realtà non mi sono fatto mancare niente. Unico rammarico è stato non aver individuato NGC891, che a differenza delle passate edizioni, non ho trovato nè col mio 25 e nemmeno con il 40 dell'amico Franco. Probabilmente colpa di un cielo non buonissimo seppur non ci fosse umidità a terra.
Mando qui un saluto a tutti quanti non ho salutato quando sono andato via, e Michelangelo Piccolo con cui mi sono confrontato per tutta la serata, anche con scambio di strumentazione.
Infine un sentito GRAZIE a Riccardo e Michele che più di tutti si sono spesi per la riuscita di questo bellissimo evento.
Attendo le vostre foto nelle varie sezioni del forum.
Un caro saluto a tutti e cieli sereni..

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Lo troveremo il prossimo anno :D :D
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alfaserp
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Messaggio da alfaserp »

Come ogni anno dal 2013/14 ad oggi si ripete per me l’appuntamento dello Star Party ADIA.

L’anno scorso purtroppo il meteo ci mise lo zampino ed alcuni preferirono optare per la settimana successiva, ma quest’anno invece l’alta pressione l’ha fatta da padrone e sul Pollino nel week end dello Star party si son viste giornate di estate piena con temperature anche abbastanza elevate per quei posti e per quelle altitudini.

Ho trascorso il week end dello Star party in B&B, riuscendo così a recuperare le forze per la notti a seguire. Sempre molto piacevole la permanenza in quel di Varco del Pollino, piccolissima contrada nella valle di Mezzana e abitati limitrofi, dove la tranquillità vige assoluta.

Venerdì 9 luglio ero sul posto sin dalla mattina, dopo una prima nottata osservativa di riscaldamento, caratterizzata purtroppo da un cielo carico di umidità per via del caldo eccessivo di giovedì 8. Cielo infatti chiaro con valori SQM ridotti praticamente ai minimi storici degli ultimi anni (a momenti sotto il 21). Con un cielo così non si poteva pretendere chissà cosa, ma era comunque bello essere lì a distanza di quasi un anno dall’ultima uscita osservativa sul Pollino datata agosto 2020. Prendo quindi quella di giovedì 8 come una nottata di riscaldamento per le serate successive dell’11° Star Party ADIA, che di qui a poco vi racconterò.


Premessa

Con l’avvicinarsi dell’estate la voglia di stare all’aperto e di tornare sul Pollino a riveder le stelle e quei posti incantevoli è tanta.

Cosicché giugno con le prime aperture dal covid diventa il mese in cui iniziare a programmare il tutto. Insieme all’amico Walter ci organizziamo in largo anticipo, prenotando sin da subito le camere presso il B&B. Solo all’ultimo decidiamo di anticipare la permanenza da giovedì 8 per fare una prima notte di riscaldamento. Si aggiungono gli amici Paolo e Samuele e poi sul posto troveremo anche la compagnia di Francesco, che già aveva fatto ben due notti.

Arriva la settimana in cui iniziare a pensare alle cose da portare con sé. La lista è bella lunga, ma per fortuna negli anni ho provveduto ad elencare tutto in una comoda check list, in continuo aggiornamento, senza la quale sono sicuro che puntualmente mi dimenticherei qualcosa.

L’idea è quella di partire giovedì 8 di prima mattina per evitare la calura ed arrivare sul Pollino col fresco, sistemarsi con calma e godersi l’intera giornata per avere anche il tempo di riposarsi ed essere pronto per la sera.

Mercoledì 7 diventa così il giorno dei preparativi, trascorso quindi a tirare fuori roba accantonata da tempo. La sera dopo il tramonto carico la macchina e sono quasi pronto per la partenza.

Sembrerò un po’ infantile, ma per me la notte prima di partire è un po’ come quella degli esami in cui non riesci a prendere sonno e non fai altro che pensare a quello che ti aspetta. Ebbene sì, per me è sempre un’emozione quando devo partire per andare ad osservare, soprattutto per il Pollino, probabilmente complice anche la lunga preparazione ed il pensarci da giorni prima.


Giovedì 8 luglio 2021 (notte di riscaldamento)

All’alba di giovedì 8 mi preparo, carico le ultime cose, verifico che ci sia tutto e alle 7:00 mi muovo da Taranto. Alle 7:30, dopo il caffè del buongiorno, con molta calma imbocco la SS106 alla volta del Pollino.

Il solo pensiero di andare lassù mi fa sentire meglio, mi allontana dalla solita vita, mi rilassa e la strada scorre davanti a me. Col passare dei km il paesaggio cambia, dalla pianura jonica alle colline lucane della valle del Sinni. A Francavilla il cartello Valle Frida segna l’ingresso (simbolico) nel Parco Nazionale del Pollino, che con i suoi 192mila ettari rappresenta l’area protetta più grande d’Italia, dal 2015 riconosciuta anche patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Il paesaggio inizia a diventare boschivo, verde intenso. L’aria inizia a scaricarsi dell’umidità del mare, sa di fresco e profuma di buono. La strada inizia a salire e la temperatura inizia un po’ a scendere. Tra i fitti alberi che ombreggiano la strada scorgo le cime del massiccio del Pollino, che si elevano oltre i 2000 metri sul tetto del sud Italia.

La sola vista di quei posti e il respiro di quell’aria mi fa stare bene e mi proietta nella tre giorni avvenire.

Passo San Severino Lucano, un piccolo e tranquillo borgo nel cuore del Parco, ed arrivo a Varco intorno alle 10:00. Ho tutto il tempo di sistemarmi presso il B&B, di godermi un po’ la tranquillità del posto in attesa dell’arrivo di Walter. Ma poco dopo anche lui è sul posto e data la bellissima giornata di sole caldo ed il tempo a disposizione prima dell’arrivo di Samuele, decidiamo di andare a fare un tuffo alle cascate di Bosco Magnano, nelle fredde acque del torrente Peschiera. Ci vuole coraggio a tuffarsi in quelle acque, ma è una sensazione bellissima, ti senti il sangue affluire verso gli strati esterni. In una parola: rigenerante!

Giusto il tempo di asciugarci e tornare verso il B&B per incontrarci con Samuele, che nel frattempo era arrivato anche lui. A pranzo siamo all’Agriturismo Crescente, dove ormai da qualche anno siamo clienti fissi. Tra una chiacchiera e un’altra, il vino scorre e le pietanze spariscono.

Il pomeriggio decidiamo di fare con calma e riposarci almeno un paio d’ore per essere pronti alla prima nottata osservativa. Intorno alle 19:00 siamo di nuovo operativi e dopo un buon caffè presso il bar di Varco, lasciamo il B&B con Paolo (arrivato in giornata) per imboccare la strada del massiccio e salire fino ai 1400 metri di Piano Visitone, ai piedi di Serra del Prete. Samuele ci raggiungerà poco dopo.

Lungo il percorso non possiamo fare a meno di goderci l’incantevole paesaggio, con i suoi pascoli fatti di mucche e cavalli che vivono allo stato brado. Il sole inizia ad abbassarsi sull’orizzonte e le rocce del Pollino si vestono di colori mozzafiato, con i Loricati che spiccano su Crispo nella loro possente unicità.

Intorno alle 19:30 siamo a Visitone dove incontriamo l’amico Francesco. Localizziamo il punto in cui sistemarci e nel frattempo ci raggiunge anche Samuele. Siamo in 5, tutti visualisti: 3 dobson (due da 30 e uno da 40 cm), un C6 ed un binoscopio APM da 100 mm con ottiche ED + Cassegrain puro da 150 mm.

Ormai siamo al tramonto. Montiamo quindi rapidamente ed approfittiamo delle ultime luci del giorno per collimare il secondario. Samuele invece è già pronto, mentre Paolo è alle prese con la schermatura rossa dei fari della macchina. Un particolare che non passerà inosservato!

Per me è la seconda volta che porto il mio dobson sul Pollino, dopo la 3 giorni dell’agosto 2020. Non vedo quindi l’ora di puntarlo al cielo, anche per testare meglio e per bene alcuni nuovi acquisti effettuati durante il lungo inverno.

Dopo aver montato tutto, messo il paraluce ed uscito accessori ed oculari, lascio il tutto ad acclimatare ed approfitto per mangiare qualcosa, in attesa che arrivi il buio astronomico. Alle 22:30 mi accingo a collimare il primario e ad allineare le ottiche. Ci perdo un po’ di tempo e alle 23:00 sono pronto per iniziare ad osservare.

La temperatura è un po’ alta, la giornata è stata calda. Segnerò una massima di 18,5 °C ed una minima di 14,5 °C. Il cielo è chiaro, carico di umidità che riflette inesorabilmente la luce proveniente da valle. La Via Lattea è impastata e lo sarà per tutto il resto della nottata. I valori SQM non andranno oltre il 21,20 con una minima a momenti inferiore a 21. A memoria, non ricordo un cielo così brutto sul Pollino! Fortunatamente l’umidità non crea problemi agli strumenti e le attrezzature si manterranno più o meno asciutte fino all’alba.

Purtroppo, come spesso accade, non ho un programma osservativo ben preciso, ma ho alcuni oggetti segnati per il tramite di amici e che mi porto dietro dalle precedenti uscite. Oggetti però un po’ difficili per un cielo come quello che avevamo sopra le nostre teste, ma nonostante tutto decido di provarci perché la voglia è tanta.

Alle 23:15 parto con una coppia di galassiette (NGC 5963 e 5965 nel Dragone) che l’amico Francesco mi aveva suggerito durante l’ultima uscita in quel di Stigliano del 9 giugno 2021. In quell’occasione ci avevo provato, ma le prime luci dell’alba erano ormai vicine e la visione non mi aveva convinto. Troppo piccole e deboli. Cosicché ci riprovo qui sul Pollino, ad inizio nottata anche per approfittare del fatto che fossero ancora alte sull’orizzonte. Faccio un po’ fatica ad individuarle, complice una zona di cielo poco ricca di stelle su cui fare star hopping, ma anche un po’ di ruggine dovuta alla mancanza di allenamento. Dopo un po’, eccole che mi appaiono davanti all’occhio, ma niente, le vedo sempre piccole e deboli, come se non fosse cambiato niente da quella volta a Stigliano. Le osservo a 71x e a 167x, ma la visione più carina è a 71x, dove appaiono sì piccole, ma nel complesso meglio definite. Una leggermente di taglio, l’altra più piccolina e batuffolosa. In generale non rimango colpito rispetto a Stigliano, questa volta forse a causa della pessima qualità del cielo. Magari ci riproverò in nottate più propense, perché il quadretto è bello e merita di essere osservato nuovamente e con più attenzione.

Alle 00:15 punto la classica nebulosa anello nella Lira, la famosa è bellissima M57. La osservo a 71, 167 e 250x. A bassi ingrandimenti appare come una “macchiolina” che quasi sembra dello sporco sulle ottiche. Piccola, ma decisamente staccata dal fondo cielo, in primo piano rispetto alle stelline di campo. Ma visione più bella è a 250x, dove l’anello diventa riconoscibile e sul bordo destro spicca una piccola e debole stellina.

Alle 00:35, quando la temperatura raggiunge il suo massimo di 18,5 °C decido di riprendere l’osservazione della nebulosa Aquila (la M16) per provare a vedere i famosi “Pilastri della Creazione”, che il telescopio spaziale Hubble ha reso celebri. Ci avevo provato a Stigliano un mese prima, senza però capire come dovevo osservare la zona e a quanti ingrandimenti. Ebbene, questa volta mi ero preparato da casa. Avevo in mente l’immagine fotografica della nebulosa e, in particolare, della sua zona centrale. Prima però passo su M17, la vicina e altrettanto bella (se non anche più bella) nebulosa Omega, conosciuta anche con il nome più simpatico di nebulosa “Cigno” per la sua caratteristica sagoma a forma di paperella. La visione di questa nebulosa è sempre molto piacevole, già al naturale, ma è col filtro OIII che diventa davvero appagante. Su M16 ci arrivo che si son fatte le 01:05. In visione naturale ricordo che la nebulosa non si fa apprezzare e così decido di partire direttamente con l’UHC. La osservo a 71x e a 167x, ma la visione migliore credo sia a 71x. Nonostante il filtro, la nebulosa resta comunque sempre molto debole ed evanescente. Mi concentro sulla zona centrale, ma non riesco a vedere distintamente la forma dei famosi pilastri, a meno di una zona un po’ più scura che alla fine capisco essere la base degli stessi. Ne esco parzialmente soddisfatto e prometto a me stesso di riprovarci sotto un cielo migliore.

Alle 01:35 decido di puntare una galassia nel Cefeo suggerita sempre da Francesco, la NGC 6946, meglio conosciuta come “la Fireworks”. In fotografia, infatti, si presenta come se in quella porzione di cielo ci fossero dei fuochi d’artificio: una girandola di luci e colori a milioni di anni luce. Bella la visione a 71x. A destra, nello stesso campo, appare l’ammasso aperto NGC 6939 e il quadretto si fa davvero entusiasmante. La galassia si presenta di piatto come una “macchia” piuttosto estesa, con alla sua base un triangolo di stelline luminose. La visione però non è nitida e la spirale non è evidente. Mi sembra comunque di percepire il braccio in alto a sinistra, come se nel complesso la galassia avesse una forma “svirgolata”. A 167x sembra vedersi un po’ meglio. L’ammasso aperto, spostandosi poco a destra, si presenta di dimensioni analoghe a quelle della galassia e mostra stelle finissime e ben risolte.

Intorno alle 02:30 Francesco mi invita ad osservare la nebulosa Velo al suo 40 cm con oculare Explore Scientific da 30 mm e 82° di campo apparente + filtro OIII. Una visione incantevole, caratterizzata dai numerosi filamenti che attraversano il campo, sovrastati dalla luminosissima stella 52 Cygni.

Dopo questa entusiasmante visione, torno alla mia postazione e intorno alle 02:45 decido di puntare una galassia nel Pegaso, la NGC 7814, se non erro anche questa suggerita dall’amico Francesco. Si tratta di una galassia vista di taglio, caratterizzata da una banda di polveri centrale che la attraversa da un’estremità all’altra, un po’ come la Galassia Sombrero (NGC 4594), ma più piccola e meno luminosa e proprio per questo chiamata talvolta “Piccola Sombrero”. Una figata in fotografia! La osservo a 71, 167 e 250x. A 71x appare piccola nel campo, con nucleo quasi stellare. A 167x la vedo meglio, ma è a 250x che appare decisamente più grande ed allungata, anche se della banda di polveri centrale non mi sembra di vederne traccia. Visione comunque carina, anche se le aspettative erano più alte e mi aspettavo qualcosa in più. Scarico la colpa ancora una volta alla pessima qualità del cielo e magari proverò a puntarla nuovamente in una prossima uscita.

Intorno alle 03:00-03:15 Samuele mi invita a passare dalle sue postazioni per dare un’occhiata a Giove e Saturno. La visione al C6 non mi soddisfa granché, nonostante la propensione di questi strumenti all’osservazione dei pianeti, ma quella di Saturno al binoscopio non è niente male. Piccolo ma ben risolto dalle pregiate ottiche ED che non lasciano scampo al fastidioso cromatismo che affligge le classiche lenti non corrette.

Alle 03:25, ormai vicini alla fine del buio astronomico, nonostante la mezza schifezza di cielo che ci ha accompagnato per tutta la nottata, faccio comunque la cazzata di provare a cercare un gruppo compatto di galassie del catalogo Hickson che mi aveva suggerito sempre Francesco in occasione dell’ultima uscita sul Pollino (agosto 2020), allorquando non ebbi più il tempo di puntarlo. Si tratta di HCG 93 in Pegaso, catalogato come uno dei “32 interessanti gruppi Hickson”. È costituito da 5 componenti, di cui 2 (la “d” e la “e”) sono piuttosto piccole e deboli, probabilmente non alla portata del mio 30 cm neanche sotto il miglior cielo del Pollino! Le prime 3 componenti (“a”, “b” e “c”) sembrano fattibili, soprattutto “a” e “b”, le più grandi e luminose, sempre comunque di magnitudine apparente piuttosto alta (non inferiore a 12,6). L’immagine digitale, ovvero la cosiddetta DSS (Digitized Sky Survey) presente nel catalogo Hickson, mostra che la componete “b” è una figata pazzesca, perché si presenta come una spirale a due bracci, di cui uno più allungato dell’altro, mentre la “a” come una galassia di forma ellittica (anche se piuttosto sferica). Non ci metto molto ad individuare la zona. Osservo così il gruppo a 71, 167 e 250x. A 71x appare piccola e debole la sola componente “a”, mentre a 167x inizia ad intravedersi anche la componente “b”, con “a” che si distingue nettamente. Ma la visione migliore è probabilmente quella a 250x, dove entrambe le componenti si vedono distintamente (la “a” anche piuttosto facilmente). La componente “c”, invece, non riesco a percepirla, nemmeno con il mio paraluce nero che metto in testa ogni qualvolta voglio spingere al massimo la mia vista, adattandola quanto più possibile al buio totale. Nonostante di questo gruppo abbia intravisto solo due delle cinque componenti, resta comunque una bella visione che mi soddisfa e fa si che la nottata possa considerarsi chiusa.

Alle 04:00, infatti, segno la fine della mia sessione osservativa, non prima però di aver dato un’occhiata a Saturno, ormai un po’ basso sull’orizzonte. Lo osservo a 167 e 250x, ma la visione non mi esalta, il seeing non mi sembra per niente buono e oltretutto le prime luci dell’alba iniziano a farsi notare. Giove nemmeno lo punto!

Alle 04:15, ad una temperatura di circa 15 °C, metto i tappi ed inizio a smontare. Una volta caricata la macchina, mi trattengo con Francesco a fare colazione su Piano Visitone. Mentre gli amici Paolo, Walter e Samuele avevano già fatto rientro in B&B, io e Francesco ci godiamo l’alba mentre facciamo colazione e approfittiamo per confrontarci su quanto osservato durante la notte. Il momento è davvero piacevole e rilassante, la temperatura gradevole ed arrivano anche i primi raggi di sole. Saluto così Francesco che se ne va in tenda per l’ultimo riposo prima di far rientro a Taranto, mentre io me ne scendo giù in B&B per riposarmi in vista della seconda nottata osservativa (la prima dell’11° Star Party ADIA).


Venerdì 9 luglio 2021 (prima notte Star Party ADIA)

Rientrato in B&B solo alle 7:00 di mattina, riesco a dormire 4-5 ore e alle 12:30 mi rimetto in piedi. A pranzo sono in compagnia degli amici Walter e Samuele con i quali prosegue il clima di allegria e spensieratezza che si era instaurato sin dal giovedì. A tavola, oltre che gustare le squisite prelibatezze locali dell’Agriturismo Crescente, trovano spazio anche interessanti confronti su quanto fatto la notte precedente e, in generale, su strumentazioni e tecniche varie.

Dopo un po’ di relax pomeridiano, carico la macchina e lascio il B&B sempre in compagnia di Walter e Samuele alla volta di Piano Sant’Arcangelo, non prima però di aver salutato l’amico Paolo che dopo aver trascorso la prima notte con noi non era più riuscito a recuperare le energie per poter fare la seconda notte ed era quindi in partenza per Taranto. A pranzo avevamo anche salutato l’amico Francesco, reduce da una tre giorni osservativa trascorsa in completa simbiosi con la natura.

Alle 19:00 arriviamo sul Piano Sant’Arcangelo, ancora una volta scelto dall’ADIA come sito osservativo ideale dove dar luogo al tradizionale ritrovo estivo degli astrofili del Sud Italia. Ci sono ancora pochi partecipanti. Individuiamo il posto dove sistemarci e tra scaricare, montare e coprirsi il buio inizia ad avvicinarsi. L’aria sembra più fresca della sera prima e il cielo un po’ più azzurro, il che lascia ben sperare.

Nel frattempo il pianoro si riempie, anche se non come avverrà nella serata successiva di sabato 10. Dopo la classica foto di gruppo, faccio un giro di saluti per rivedere gli amici astrofili e conoscere quelli nuovi.

Giunti quasi al buio astronomico collimo il telescopio (che nel frattempo avevo lasciato ad acclimatare in posizione verticale), allineo le ottiche e alle 22:30 sono pronto per iniziare la mia sessione osservativa.

Il cielo sembra meglio della notte precedente, con una percezione di buio maggiore, ma comunque su livelli medi per il Pollino. I valori SQM si attesteranno intorno a 21,30. La temperatura oscillerà tra una massima di 17,5 °C al tramonto ed una minima di 13,5 °C durante la notte.

Mentre Samuele è alle prese con i primi puntamenti col suo binoscopio APM da 100 mm con ottiche ED, mi accorgo però che Walter non è del tutto operativo, anzi, lo vedo poi sdraiarsi e riposare. Di li a poco passerà in macchina e la sua nottata andrà praticamente persa. La cosa mi dispiace molto dato l’entusiasmo dei giorni precedenti di trascorrere del tempo insieme e condividere quei momenti, ma purtroppo l’aver riposato male e pochissimo lo ha messo ko al punto che il sabato mattina deciderà di far rientro a casa, rinunciando così anche alla seconda notte dello star party.

Acconto alla mia postazione, oltre a Samuele e Walter, scorgo Riccardo con un binocolone e poi il “cannone” da 18 pollici dell’amico Paolo di Napoli, con il quale condividerò alcuni oggetti, soprattutto nella seconda notte. Un vero piacere la sua compagnia, astrofilo appassionato e competente, semplice e riservato.

Al solito non ho un programma osservativo ben preciso. Mi porto dietro però alcuni oggetti dalle precedenti uscite osservative, alcuni che non ero riuscito ad osservare perché ormai tramontati o bassi sull’orizzonte, altri perché prossimi alle prime luci dell’alba. Decido quindi di riprendere questi oggetti e di provare a puntarne alcuni suggeriti da Walter e Francesco che erano stati loro preda durante la notte precedente. Tra questi inserisco anche alcuni classici di stagione, che è sempre bello rivedere a distanza di tanto tempo.

Parto con la bellissima e nota Dumbbell Nebula, ovvero la M27, conosciuta anche più comunemente con l’appellativo di nebulosa “manubrio”. Non credo ci sia molto da dire su questa splendida e immensa nebulosa planetaria, che ogni volta lascia di stucco chi la vede per la prima volta (e non solo)! La osservo comunque a 71 e 167x, in accoppiamento con i filtri UHC e poi con OIII. Bellissima la visione a 71x con UHC, ma forse ancora meglio con OIII. A 167x appare decisamente più grande, ma meno contrastata. Una bella “macchiolona” staccata dal fondo cielo, caratterizzata da numerose sfumature interne e soprattutto dai due lobi laterali che si addensano verso l’esterno. Non faccio caso alla debole stellina centrale, se si vede o meno, perché mi lascio prendere dalla visione generale e sta bene così!

Dopo questo entusiasmante inizio, alle 23:00 passo ad una galassia nella costellazione della Giraffa, la NGC 2403, ormai però un po’ bassa sull’orizzonte NNW. A 71x la visione non è male. La percepisco come una “macchiolina” tra due stelline ravvicinate ma non distinguo dettagli. A 167x, invece, quasi non la vedo più perché appare meno contrastata e forse anche troppo grande rispetto al campo in cui è immersa. Nel complesso non mi fa impazzire più tanto.

Intorno alle 23:30 faccio una pausa panino e a mezzanotte mi rimetto al telescopio. Punto così un altro classico e rinomatissimo oggetto, la famosa galassia vortice M51 che poco prima Walter mi aveva vivamente consigliato di osservare. Mi rendo conto che Walter aveva pienamente ragione perché la visione è davvero molto bella. A bassi ingrandimenti (71x) si iniziano a percepire i bracci di spirale che via via diventano sempre più riconoscibili. I nuclei della galassia principale e di quella interagente appaiono luminosi e quasi stellari. La visione più bella, però, è quella a 167x, anche se a 250x è ancora decisamente accettabile. Oltre, a 319x, il complesso perde di luminosità e il contrasto con il fondo cielo diventa meno evidente. Carina però la stellina a ore 13 nel braccio esterno della spirale, che ad alti ingrandimenti diventa stabile e ben visibile.

Alle 00:30 passo poi ad un altro classico di stagione, la nebulosa Laguna M8, la cui visione con e senza filtri mi lascia alquanto sbalordito e sarà una delle più belle nella tre giorni sul Pollino. La osservo a 71x, prima senza e poi con filtri UHC e OIII. In visione naturale (senza filtri) la nebulosità inizia a vedersi tranquillamente, ma è con il filtro UHC e forse ancor di più con l’OIII che prende completamente vita, mostrando dettagli e strutture che un attimo prima non si vedevano. Sembra magia, prima no, ora si. Che figata! Fantastica l’insenatura scura che si fa strada all’interno della nebulosa. Provo anche a spingere gli ingrandimenti, osservandola a 167 e 250x, direttamente con filtro OIII, ma la visione più bella resta a 71x con filtro OIII. Ho provato anche a cercare la cosiddetta “clessidra” nella zona di maggiore luminosità, in cui sono in atto processi di formazione stellare, ma non sono riuscito a capire come dovevo osservarla e a quanti ingrandimenti. Magari questo sarà uno degli obiettivi in una prossima sessione osservativa.

Alle 01:10 passo ad osservare una galassia nella costellazione del Dragone, la NGC 6503, altra visione decisamente bella! A 71x appare piccola ma luminosa e ben contrastata. Forse la visione migliore è a 167x, perché a 250x appare sì più grande ma meno luminosa. Si presenta di taglio, ma rispetto ad altre galassie di questo tipo mi verrebbe da dire che è un po’ anomala, perché invece di assottigliarsi verso i bordi esterni è come se fosse troncata di netto, senza neanche un bulge evidente, quasi come un “trattino” nel cielo. Che strana. Un “segno” di luce proveniente da milioni di anni fa, il cui concetto ogni volta mi affascina come se fosse la prima volta.

Dopo questa bella visione, decido di puntare una famosa nebulosa planetaria, la NGC 6543 (o C6 per Caldwell), cosiddetta “Occhio di Gatto”, poco distante dalla zona della galassia NGC 6503 puntata poco prima. Visibile già nel cercatore con effetto “occhiolino”, come una debole stellina che appare in visione distolta e scompare nel momento in cui si prova ad osservare direttamente. La vedo già nel Super Plossl da 40 mm (38x) che uso come oculare di partenza. Appare come una piccola “pallina” di colore verdino. A 71x inizia ad intravedersi la stellina centrale ed ho l’impressione (in distolta) di vedere attorno ad essa delle zone concentriche scure. La stellina sembra vedersi sempre più man mano che si fissa. A 167 e 250x la visione migliora, la stellina diventa ben visibile e le sfumature interne (sempre in distolta) si percepiscono meglio. A 319x la visione è ancora accettabile, anche se meno nitida. Nel complesso la nebulosa è davvero molto bella: in distolta sembra un piccolo bozzolo di gas attorno ad una stellina.

Alle 02:30, mentre la temperatura scende a 13,5 °C, Samuele mi propone la nebulosa Bolla (NGC 7635). Nel cercarla, mi ritrovo su M52, un ammasso aperto poco distante nel campo del cercatore. A 71x risulta già bello grande e risolto in stelle finissime. Molto carino! Procedo così nella zona della nebulosa bolla. Mi sembra di esserci, le stelle di campo combaciano con l’atlante. Provo a 71x, prima senza e poi con UHC. Attorno a due stelline mi sembra di vedere degli aloni, ma nessuna forma tipo bolla, neanche con il paraluce nero in testa. Mi rendo conto però che non ho fatto caso alle sue dimensioni apparenti e probabilmente il problema sta nel fatto che ho ingrandito poco. Non so poi se potrebbe essere una di quelle nebulose che vengono meglio fuori se osservate con OIII. La prossima volta cercherò di farmi trovare più preparato.

Alle 03:15 punto la nebulosa planetaria NGC 7008 nel Cigno, conosciuta anche come nebulosa “Feto” per la sua caratteristica forma. L’oggetto è uno di quelli suggeriti da Walter, osservato da lui la notte prima. Ci provo a 71, 167 e 250x. La visione migliore è a 250x dove appare come una “macchia” sferoidale un po’ deformata, accanto a due stelline luminose. Sul bordo inferiore, in posizione sub-orizzontale, si vedono (in particolare a 250x) tre stelline deboli. Provata ad osservare (sempre a 250x) anche con filtro UHC, ma non sembra migliorare. Osservata poi con il dobson Sky-Watcher da 18" di Paolo e oculare Explore Scientific 8,8 mm e 82° di campo apparente. Dedico purtroppo poco tempo al suo oculare (per non disturbare più di tanto) e non noto grosse differenze nella nebulosità, ma nel complesso balza subito all’occhio una gran bella quantità di luce, senza dubbio maggiore del mio 30 cm! È proprio vero che il diametro fa la differenza, anche se osservare in piedi sulla scala l’ho trovato piuttosto scomodo rispetto allo stare comodamente seduto sulla mia sedia ad altezza variabile. Magari arriverà il giorno che mi verrà voglia o mi vedrò quasi costretto a fare un upgrade di diametro (e quindi di altezza), ma per il momento ho trovato la mia dimensione ed ho raggiunto finalmente un equilibrio. Ora voglio solo godermi il mio setup osservativo!

Alle 04:00 le prime luci dell’alba indicano la fine del buio astronomico e così, prima di smontare tutto, punto rapidamente Giove e Saturno. Gli osservo a 167 e 250x. Non vado oltre perché non mi sembra il cielo giusto per spingere ulteriormente gli ingrandimenti. Nonostante ciò rimango comunque colpito dal gigante gassoso che a 250x mostra bande ben visibili e mi sa anche la Grande Macchia Rossa (anche se per la fretta e per il seeing non eccezionale non ne sono del tutto sicuro).

Alle 04:20 annoto la fine della sessione osservativa. Rapidamente metto tutto in macchina e mi affretto a fare la mia solita colazione sul campo per scendere un po’ prima in B&B rispetto all’orario del giorno precedente, per cercare di dormire comunque 4-5 ore dovendo lasciare la stanza entro le 12:00-12:30.


Sabato 10 luglio 2021 (seconda e ultima notte Star Party ADIA)

Fortunatamente riesco a rientrare un’oretta prima in B&B e così, nonostante alle 11:30 suona la sveglia, faccio comunque 4-5 ore di sonno e recupero le energie per affrontare la terza nottata sul Pollino (la seconda e ultima dell’11° star party ADIA).

Alle 12:30 devo lasciare la stanza per via di una manifestazione sportiva in programma nel week end. Al bar di Varco trovo Walter in compagnia di Riccardo, intenti a raccontarsi la nottata appena trascorsa. Walter però è abbastanza provato da una seconda parentesi di mancato riposo e perciò decide di lasciare il posto e di far rientro a casa. Samuele, invece, durante la mattina aveva già lasciato il B&B per fare rientro come da suoi programmi.

Rimango quindi solo. Giunte le ore 13:00 lascio anche io il B&B e imbocco la strada del massiccio per poi scendere solo al tramonto del giorno dopo. A pranzo sono alla Baita di Piano Visitone dove incontro il buon Riccardo e altri amici astrofili rimasti per la seconda notte dello star party, tra cui Michele, Saverio e Cristian. Mentre loro stanno per finire, io inizio il pranzo al tavolo accanto ed approfittiamo della vicinanza e dell’assenza di altre persone nella sala per parlare liberamente della nottata precedente.

Il pomeriggio decido di risparmiare energie, rimanendo a Piano Visitone. Tiro fuori un paio di brandine, le metto una sopra l’altra e mi butto così sotto gli alberi. L’arietta è davvero piacevole. Non so se prendo sonno o meno. Mi rilasso comunque e si fanno le 17:00. Mi rimetto in piedi, metto a posto le cose, e come da tradizione quando sono a Visitone mi vado a dare una bella rinfrescata alla fontana. Passo dalla Baita per un caffè e alle 18:00 decido di iniziare a scendere ai 1340 metri di Piano Sant’Arcangelo per prendere posto in anticipo, data la previsione di maggiore partecipazione di astrofili rispetto alla notte precedente.

Come previsto alle 18:15 c’è già un po’ di gente, ma trovo comunque posto più o meno nel punto in cui mi ero posizionato la sera prima. Mentre sto iniziando a sistemare le prime cose, arriva mio padre con l’amico Mimmo ed una coppia di suoi amici, alla loro prima esperienza osservativa.

Inizio così a scaricare e montare tutto l’occorrente. Nel frattempo, col passare dei minuti, arrivano altri astrofili ed il piano inizia a riempirsi. Alla fine i partecipanti saranno molti di più del giorno prima, con postazioni osservative e fotografiche sparse su tutto il piano. Diverse sono anche le tende di alcuni gruppi intenzionati a campeggiare, tra cui anche la tradizionale mega-tenda di Michele in fondo al campo, con il suo classico furgone per trasportare l’RC (se non erro da 28 cm) e tutto il necessario.

Al tramonto l’aria sembra decisamente più fresca rispetto alle sere precedenti e infatti il termometro segna 12,5 °C, temperatura che alla fine della nottata risulterà la minima insieme a quella che registrerò all’alba della domenica. Il cielo sembra anche un po’ più azzurro rispetto alla sera precedente, come del resto lo è stato durante il giorno, il che lascia ancor più sperare per la nottata che si avvicina.

Finisco di montare il tutto e lascio il telescopio in verticale ad acclimatarsi. Quando ormai le luci del tramonto sono ridotte al minimo, decido di fare un giro di saluti. Rivedo alcuni astrofili dopo diverso tempo e faccio conoscenza con qualche nuovo appassionato, tra cui Franco di Martina (in provincia di Taranto) con il suo dobson Sky-Watcher di modello simile al mio, ma da 40 cm. Approfitto per fargli qualche domanda e mi tolgo finalmente un dubbio: ovvero che risulta davvero impegnativo da gestire in solitaria, cosa che fino a quel momento mi aveva fatto dubitare della scelta del mio 30 cm. Rivedo poi Angelo dalla Calabria con il suo dobson Explore Scientific da 30 cm e l’amico Fabrizio, astrofotografo serio, compagno di tante uscite osservative. C’è chiaramente Riccardo, questa volta con C8 (se non erro), e poi ancora Paolo da Napoli, sempre con il suo 18" Sky-Watcher, che nuovamente si posiziona accanto a me e con il quale passerò (al mio telescopio, ma anche al suo) un bel paio d’ore di condivisione, probabilmente la parentesi più bella della 3 giorni sul Pollino.

Alle 22:30 torno alla mia postazione. La temperatura è un po’ risalita. Siamo a 15 °C. Mangio qualcosa e alle 23:00 sono pronto per dedicarmi un po’ a mio padre e agli amici tarantini, che nel frattempo si erano coperti e rifocillati per benino. Parto con una premessa di geografia astronomica, giusto per far capire cosa hanno sopra le loro teste. Le domande non tardano ad arrivare e così, tra una parentesi ed un’altra, il tempo passa e ci dilunghiamo un po’ su vari aspetti. Ad un certo punto passo però all’osservazione con un giro tra alcuni classici di stagione di maggiore impatto: M13, M57, M17, M8, M81+M82, M31, Saturno e Giove. In tutto ciò la visione già a dei semplici ed economici Super Plossl di varie focali, accoppiati in alcuni casi ad una Barlow 2x, mi intriga anche a me. Noto che le stelle sono alquanto puntiformi e che sia Giove che Saturno mostrano dettagli interessanti. Bande ben definite e divisione di Cassini facilmente riconoscibile. Capisco che il seeing non è male. Più tardi con Paolo ne avrò la conferma, quando spingendo gli ingrandimenti mi accorgerò che la visione sarà ancora abbastanza accettabile, cosa che non era possibile la notte prima, né tantomeno quella ancora precedente.

Nonostante queste interessanti e ottime visioni di oggetti notevoli, vedo esclamare soltanto mio padre e l’amico Mimmo, ma la coppia di amici non mi sembra entusiasta più di tanto. La cosa mi sorprende un po’, ma alla fine non mi aspetto che comprendano necessariamente la bellezza di quello che stanno vedendo (premesso che siano riusciti a mettere a fuoco e che li abbiano quindi visti per bene) perché ci vuole sensibilità, allenamento e aspettative che non siano quelle pompate dalle varie immagini del cielo che oggi “alterano” la percezione del visuale, dove i colori e i dettagli non si avvicinano neanche minimamente alla qualità delle moderne fotografie.

Alle 01:30, dopo questa lunga prima parte di nottata dedicata alla divulgazione in favore degli amici, inizio finalmente la mia personale sessione osservativa. Anche in questa terza notte non ho un programma osservativo, ma al solito mi porto dietro alcuni oggetti dalle sessioni precedenti, tra cui un tripletto di galassie suggerito la notte prima da Riccardo (NGC 5981, 5982 e 5985), che però non riuscirò ad osservare neanche questa volta, un paio di oggetti suggeriti poco prima da Paolo (NGC 7026 e 1501) ed alcuni oggetti suggeriti da Walter via telefono ad inizio serata (NGC 40, 7027, 6905, 6751 e 6369).

Come primo oggetto decido di puntare una nebulosa planetaria suggerita da Walter, la NGC 40 nel Cefeo, rimasto colpito dall’osservazione dei giorni precedenti. Dopo averla individuata, la osservo a 71, 167 e 250x. La visione più bella è a 250x. La stellina centrale è sempre visibile, anche a bassi ingrandimenti. Mi ricorda un po’ la “Occhio di Gatto”, osservata la notte prima, perché appare come un bozzolo di gas attorno alla stellina centrale in cui in distolta mi sembra di percepire delle zone scure concentriche. La propongo a mio padre che stava per andare a riposare un po’, mentre gli amici dormivano già. Si avvicina, mette l’occhio all’oculare e ne rimane anche lui abbastanza colpito. Alla fine non posso che annotarla come una bellissima visione!

Intorno alle 02:00 Paolo mi invita al suo 18" per osservare la “Blue Flash” (NGC 6905), una nebulosa planetaria nella costellazione del Delfino. La osservo al suo oculare Explore Scientific 4,7 mm da 82° di campo apparente. Mi dice che siamo a 405x (l’equivalente del mio 3,7 mm) e penso che dopo possiamo provare a fare un confronto a parità di ingrandimenti con il mio telescopio. Al suo 40 cm appare come una bella “macchia” di forma un po’ irregolare. Mi sembra forse quadrangolare con bordi smussati. Non la vedo tondeggiante. È comunque molto bella, localizzata sul lato di un piccolo trapezio formato da 4 stelline, ovvero in mezzo a due di queste, anche se non facili da mettere a fuoco.

Torno così alla mia postazione con l’intento di confrontarla, ma prima mi viene in mente che la notte prima, nell’osservare la Laguna, avevo dimenticato di passare sulla Trifida (M20) e così decido di aprire una parentesi e puntare quest’altra bellissima e super-fotografata nebulosa a emissione, teatro di formazione stellare. Visto che mi trovo ripasso su M8 (la Laguna), poco sotto, e poi mi concentro sulla Trifida che osservo per la prima volta con il mio telescopio. Osservo entrambe le nebulose a bassi ingrandimenti e con OIII. Alla Trifida ci dedico un po’ di tempo per lasciare il tempo all’occhio di percepire qualche dettaglio in più. Ebbene, dopo qualche secondo, in distolta, mi appaiono le tre insenature scure (nubi di polveri) che la dividono in tre parti luminose. Rimango entusiasmato da questa visione, seppur so che si tratta di un oggetto semplice e alla portata di strumenti anche più piccoli. Per me quindi è una visione bellissima!

Alle 02:25 passo così al confronto della “Blue Flash” osservata poco prima al 18" di Paolo. Prendo l’atlante, cerco la sigla NGC 6905 nel Delfino e faccio star hopping. Individuata, la osservo inizialmente a 71, 167, 250 e 319x. Confermo che appare come una “macchiolina” di forma un po’ irregolare. Molto carina anche al mio telescopio. Mi accorgo che la visione è ancora abbastanza nitida anche ad altri ingrandimenti e così, con Paolo accanto, portiamo gli ingrandimenti ai 405x del mio 3,7 mm per confrontarla con il suo 4,7. Non mi sembra di scorgere grosse differenze, anche perché mi faccio trasportare dalla visione generale e dal fatto che nonostante gli ingrandimenti così spinti si riesce ancora ad osservare con una certa stabilità, segno di un buon seeing (cosa che andrà avanti fino all’alba).

Paolo decide di restare alla mia postazione e intorno alle 03:00 mi propone un’altra nebulosa planetaria, la Glowing Eye Nebula (NGC 6751) nell’Aquila, ovvero la nebulosa “Occhio Incandescente”, proprio perché simile (in fotografia) ad un gigantesco occhio infuocato. La punta Paolo e la cosa non mi dispiace affatto. Non ci mette molto e la osserviamo così insieme. A 71x appare con effetto “occhiolino” come una piccolissima “macchiolina” tondeggiante che appare e scompare accanto (quasi attaccata) ad una stellina. L’effetto è talmente netto che nel momento in cui si passa l’occhio sopra praticamente scompare del tutto, come se non ci fosse più. Incredibile! Mi ricorda un po’ alcune visioni al mio caro binocolo RP Optix 11x70, dove tanti oggetti (ai limiti dell’osservabilità per uno strumento di così piccola portata) mi apparivano in modo molto simile. Al telescopio, però, gli ingrandimenti si possono spingere e così passo prima a 167, poi a 250 e per finire a 319x. Man mano che gli ingrandimenti aumentano, l’effetto “occhiolino” tende a svanire e la nebulosa inizia ad apparire in modo sempre più fisso. Quella a bassi ingrandimenti, per me, resta però la visione più carina. Davvero molto bella!

Alle 03:15 Paolo mi cita nuovamente una nebulosa planetaria che mi aveva già nominato all’inizio della nottata, la Cheese Burger Nebula (NGC 7026), ovvero la nebulosa “Hamburger al formaggio”. Non la conosco e la cosa mi fa sorridere. Il nome è già tutto un programma e in mente mi faccio un’idea di come dovrebbe apparire. Anche questo oggetto ci pensa Paolo a puntarlo con il mio dobson. La immagino a forma di panino e infatti ad alti ingrandimenti mi sembra di intravedere in distolta due lobi luminosi allungati, separati da una striscia sottile centrale che li attraversa nel mezzo. La visione è bella, ma non semplice. Ci vuole concentrazione per apprezzare questi dettagli, ma il nome della nebulosa aiuta tanto e dedicando un po’ di tempo all’oculare si riesce piano piano a vederla davanti all’occhio. Anche questa visione mi soddisfa alquanto e la annoto come una delle più belle!

Alle 03:30 Paolo torna alla sua postazione e mentre mi accingevo a puntare un nuovo oggetto, vedo una sagoma nel buio che si avvicina. È Riccardo che dopo essersi riposato un po’ in macchina, è tornato operativo, anche se lo vedo accusare un po’ di freddo. La temperatura effettivamente è scesa a 12,5 °C (il minimo della nottata e della 3 giorni). Le prime luci dell’alba si avvicinano e non ha più senso puntare oggetti deboli. Decidiamo così insieme di puntare Giove e Saturno. Giove appare davvero molto bello, già a bassi ingrandimenti, caratterizzato dal fatto che uno dei 4 satelliti sta spuntando da dietro al pianeta (vediamo un mezzo puntino sul bordo sinistro e col passare dei minuti lo vedremo staccarsi completamente… che figata). Il seeing infatti è ancora buono, così iniziamo a spingere gli ingrandimenti fino a 405x. Bande ben visibili sul pianeta con dettagli definiti nei momenti di calma, tra cui una piccola “macchiolina” a forma di occhio (tipo GMR, ma molto più piccola) in basso a sinistra della banda centrale più scura e larga. Particolare questo, fatto notare da Riccardo e sul quale ci soffermiamo alcuni minuti. Lo vedo molto entusiasta, mi sembra quasi tornato bambino e percepisco la sua immensa passione, tant’è che mi emoziono anche io! Un momento di condivisione che è andato oltre la semplice osservazione, coinvolgendo anche le nostre rispettive sensazioni. Sull’onda di questo momento entusiasmante, puntiamo Saturno ma la magia non è quella di prima. Forse il seeing è peggiorato e la visione non è più nitida. La visione nel complesso non è male, anzi, meglio rispetto alle notti precedenti e la divisione di Cassini è infatti facilmente identificabile. I momenti di calma iniziano a diventare pochi e brevissimi e l’immagine, ad alti ingrandimenti, perde di definizione.

Alle 04:15 contenti e piuttosto soddisfatti da questa parentesi conclusiva di planetario, annoto la fine della sessione osservativa e, quindi, della seconda e ultima notte dell’11° star party ADIA.

Mentre mi appresto a smontare, faccio mente locale e mi accorgo di aver puntato un numero di oggetti che si possono contare sulla punta delle dita di una mano, quasi esclusivamente nebulose planetarie. Però, come si dice: pochi ma buoni! Un paio d’ore di qualità, in cui la soddisfazione è stata davvero tanta, con un finale planetario divertentissimo e fighissimo in compagnia di un infreddolito ma sempre super-appassionato Riccardo.

All’alba di domenica 11, dopo aver riposto tutto in macchina e fatto colazione con le cose rimaste nel box termico, saluto gli astrofili svegli tra quelli rimanenti e salgo nuovamente a Visitone per riposarmi in macchina sotto gli alberi. Grazie a due cuscini di quelli grandi riesco a trovare una posizione tutto sommato accettabile e tra una svegliata ed un’altra riesco a tirare fino alle 11:30 e a recuperare un po’ di energie per trascorrere un’ultima giornata di relax sul Pollino e godermi l’aria di alta montagna, per poi fare rientro non prima del tramonto. Dopo un ottimo pranzo presso la Baita, il pomeriggio mi rilasso un po’ all’ombra dei grossi faggi li presenti ed approfitto per mettere a posto gli appunti delle tre nottate osservative. Decido poi di farmi un giro a Piano Ruggio per salutare alcuni amici, per rivedere quella vallata, con le sue mucche al pascolo, i campanacci ed il paesaggio tipicamente montano che a momenti ricorda “Heidi” e le sue caprette. L’aria ancora più frizzante, l’acqua della fontana bella fresca. Gli occhi pieni di colori, dal verde dei prati all’azzurro del cielo. Profumi e odori che impegnano l’olfatto e accendono i sensi. Ma intanto il tramonto si avvicina e carico di cotanta bellezza saluto il Pollino per mettermi sulla strada del ritorno, pensando già al prossimo novilunio.


Conclusioni

Dal punto di vista osservativo, come già detto, la qualità del cielo durante le due notti dello star party purtroppo non è stata un granché. La nottata di riscaldamento a momenti la escluderei. Nel complesso però la prima notte dello star party mi sono divertito: ho osservato diversi oggetti e per tutta la notte senza accusare stanchezza, nonostante il seeing non fosse dei migliori. Il sabato poi la mia nottata osservativa (la seconda dello star party) si è ridotta a metà delle ore di buio disponibili, data la divulgazione che mi ha visto impegnato nella prima parte della nottata con mio padre ed amici al seguito. Però devo dire che quelle due ore piene di osservazione nella seconda parte della nottata sono state davvero di qualità. Il cielo presentava valori SQM prossimi a quelli della notte precedente (21,3) ma il seeing era decisamente migliore. Me ne sono accorto perché man mano che spingevo gli ingrandimenti notavo che l’immagine era ancora nitida e le stelle ancora abbastanza puntiformi. Sono così riuscito a spingermi fino al massimo degli ingrandimenti (405x) e continuare ad avere una visione ancora accettabile che mi ha restituito un’immagine di Giove come poche fino ad ora, per non parlare delle planetarie osservate fino all’arrivo delle prime luci dell’alba. Una bella chiusura di star party con la voglia di tornare presto sotto le stelle e riprendere da dove ho lasciato.


Spunti per mantenere alta l’attenzione sul rispetto delle regole di base

La due giorni dello star party è stata senza dubbio positiva dal punto di vista del ritrovo con gli amici astrofili, delle nuove conoscenze, della condivisione di esperienze e di oggetti osservati e da osservare, ma non posso esimermi dal lamentare alcuni comportamenti poco rispettosi da parte di alcuni astrofili, me compreso. Nulla di personale, semplicemente un invito a cercare di essere più attenti al rispetto delle regole di base, con particolare riferimento alla questione delle luci. Forse come visualista sono diventato troppo esigente, ma non credo di chiedere troppo perché dopo che uno attende con ansia di poter stare sotto un cielo decente gradirebbe un minimo di soddisfazione, e invece no… oltre a fare i conti con l’amara realtà che il cielo è sempre più inquinato, bisogna anche scontrarsi con le difficoltà di riuscire ad adattare gli occhi al buio. Voglio dire che durante le due notti, soprattutto in quella del sabato che ha visto la partecipazione di tanti astrofili (forse anche il doppio della notte precedente), ho visto troppe lucette accendersi di tanto in tanto qua e là, alcune di colore giallo che come sapete di notte sono alquanto invadenti. Alcuni con lucette sì rosse, ma di intensità a mio avviso un po’ eccessiva. Luci di bagagliai e abitacoli che spesso venivano aperti. Schermi di PC piuttosto luminosi, ben visibili da lontano e per giunta in direzione delle altre postazioni. Astrofili che durante la notte mettono in moto, accendono le luci e vanno via. Ora, sono consapevole che durante eventi come gli star party possano verificarsi queste situazioni, perché la gente è tanta e non tutti magari sono astrofili di esperienza. Possono esserci neofiti che capiscono fino ad un certo punto la problematica delle luci, ma anche disattenzioni o distrazioni da parte dei più esperti che però ritengo giustificabili fino ad un certo punto. Se non fosse per questa consapevolezza probabilmente non starei qui ad esprimere il mio parere e forse deciderei di non partecipare più agli star party e di uscire in altri momenti. Ma non voglio rinunciarvi perché è bello ritrovarsi, essere parte di un gruppo di persone appassionate che si riuniscono una volta l’anno per ammirare il cielo e le bellezze del creato. È bella l’atmosfera che si viene a creare, di condivisione e partecipazione. Perciò vorrei provare a lanciare qualche spunto, qualche idea per cercare di evitare quanto più possibile il verificarsi delle situazioni su descritte. Mi sembra strano ritrovarmi a scrivere queste cose, perché credo che siano risapute e che probabilmente in passato siano già state ampiamente discusse, ma ci provo lo stesso. Ad esempio:

1. Alle luci di bagagliai e abitacoli, se proprio non possono essere disattivate e non se ne può fare a meno, basterebbe ricorrere a dei fogli A4 di acetato rosso (i cosiddetti “retini”) per schermarle e ridurre l’impatto luminoso, magari anche a più strati.

2. A chi utilizza terminali PC propongo di girare gli schermi nella direzione opposta alle altre postazioni presenti sul piano, ovvero direzionarli dalla parte in cui non c’è niente, magari anche posizionando il proprio veicolo in modo da mettersi dietro e schermare la propria postazione dalle altre. Questa è solo una mia idea, magari sbagliata e chiedo scusa se ci sono degli aspetti che sto trascurando e che rendono impossibile mettere in pratica queste mie proposte.

3. A chi durante la notte ha esigenza di lasciare il posto per rientrare prima dell’alba e quindi prima della fine del buio, basterebbe farsi accompagnare con delle luci rosse sino all’uscita del sito osservativo, procedendo quindi a fari spenti sino a quando non ci si immette sulla strada principale. Questa è una cosa fattibilissima che in passato ho già avuto modo di testare con alcuni amici che mi avevano raggiunto, ma che ad un certo punto della nottata dovettero andare via. In questo star party ho visto farlo da un astrofilo che nella notte ha transitato il piano a fari completamente spenti. Chapeau! L’alternativa sarebbe schermare i fari delle macchine sempre con i retini rossi. Anche questa è una cosa che ho visto fare e che ho provato io stesso per un amico, ma capisco che può essere dispendioso di tempo, oltre che una scocciatura, anche se può comunque tornare utile durante la notte se i fari dovessero accendersi ogni qual volta si apre la macchina per prendere qualcosa.

Ci sarebbero magari anche altre cose che si possono pensare, ma sicuramente queste sono le più semplici da attuare, anche perché possono benissimo essere adottate da ognuno di noi. Basta un minimo di attenzione e di buon senso affinché tutti gli astrofili partecipanti possano vivere al meglio eventi come questi ed uscirne soddisfatti.

La questione dei laser, poi, è senza dubbio un altro problema. Purtroppo questo si presenta in particolare quando ci sono curiosi e/o amici interessati a cui bisogna spiegare e indicare nel cielo ciò che si argomenta. Personalmente sono poche le volte che mi è capitato di doverlo fare e sono consapevole che questo è un problema, soprattutto per gli astrofotografi. Proprio per questo, quelle poche volte che ho dovuto ricorrere al laser ho cercato di attivarlo per brevissimi istanti solo per indicare la zona senza tenerlo acceso per più secondi. Probabilmente anche questo tipo di utilizzo non aiuta e mi chiedo quale potrebbe essere una soluzione per evitare che gli scatti vengano bruciati. Magari fare un giro preventivamente per capire quali zone sono fotografate in quel momento potrebbe aiutare, in modo da evitare di puntare il laser in quelle zone. Ma probabilmente anche questo non è sufficiente a risolvere il problema.

Perciò, se avete proposte fatevi avanti perché sarei il primo a prenderle in considerazione!

P.S. L’anno scorso all'alba ricordo di aver trovato sul piano e dietro alcuni cespugli delle carte che la sera prima non c’erano… ho raccolto quello che potevo per non lasciare sporco! Mi chiedo come sia possibile. Ci vuole tanto a mettere una busta da qualche parte per raccogliere la spazzatura?! Non aggiungo altro! Semplicemente, cerchiamo di avere cura di quei posti che ci ospitano e ci fanno sognare affinché li ritroviamo sempre come li abbiamo lasciati, ma soprattutto per evitare che qualcuno prenda provvedimenti nei nostri confronti, anche perché sono anni che ci raduniamo in quel punto e se lasciamo tracce non è molto difficile risalire a noi. È un Parco Nazionale, il più grande d’Italia, patrimonio mondiale dell’UNESCO, tra le poche aree ancora selvagge che meritano (o meriterebbero) l’appellativo di Wilderness! Quelle poche volte che ci andiamo, cerchiamo di stare attenti ed averne cura, sempre!
Ultima modifica di alfaserp il lun lug 26, 2021 9:56 pm, modificato 2 volte in totale.
Cieli sereni, Giulio.
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Dr. Cricket
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Messaggio da Dr. Cricket »

Quest'anno sono ritornato sul POLLINO, dopo ben 4 anni dall'ultima volta, cogliendo l'occasione per portare mio fratello e i miei due ragazzi, di 15 e 13 anni, che già da tempo si stanno interessando di astronomia. Ho portato un classico Celestron Celestar 8, su montatura a forcella, esclusivamente per il visuale, proprio per dare ai ragazzi la possibilità di sapersi muover tra le stelle senza l’ausilio di montature computerizzate. E' così che si impara a conoscere il cielo. Alla vecchia maniera ci si fanno le “ossa”. Durante la serata abbiamo usato anche un binocolo 20x11 che ha regalato ottime immagini sui campi stellari. Il cielo è rimasto nitido per tutta la notte, seppure l'umidità era sopra la media stagionale e ha penalizzato il raggiungimento di un ottimo seeing. L'aria più fresca si faceva sentire dando qualche problema per una permanenza continuativa ai telescopi. Purtroppo la nota dolente che ho trovato quest'anno, rispetto ai cieli passati, è l'accentuarsi dell'inquinamento luminoso che non sta risparmiando neanche il Pollino. Ho notato che le luci in zona aumentano. Forse è tempo di pensare per altri siti per continuare gli star party da zone più buie. Consideriamo Capracotta come una delle prossime edizioni. Oppure anche sul Gargano. In ogni modo, l'essenziale è anche ritrovarsi per condividere la nostra passione, scambiandoci esperienze e per alcuni anche possibilità di provare altri strumenti diversi. Ho avuto il piacere di ritrovare alcuni cari vecchi amici. Il tempo passa, ma certe amicizie sincere e di pura condivisone amichevole non si dimenticano mai. E' sempre come se ci fossimo lasciati solo la sera prima. Ed è così che ho ritrovato alcuni amici Adia e non. A Lorenzo va un saluto e grazie speciale. Con lui mi sono trattenuto per quasi tutta la serata e ha gentilmente messo a disposizione il suo dobson per i miei ragazzi. Abbiamo anche interscambiato alcuni oculari e filtri. Una bella sorpresa è stato conoscere Fedele. Simpatico e disponibile. Ha potato vari strumenti sia per il visuale che per le riprese. Lo ringrazio per aver messo a disposizione qualche suo strumento per me e i ragazzi.
Ringrazio Riccardo e Michele che si sono spesi per la buona riuscita organizzativa dello Star party.
Un saluto finale e particolare è rivolto al caro amico e mitico Riccardo che conosco da vari anni. Lui è un Astrofilo con la A maiuscola. Si è sempre speso, con altruismo, per l’astronomia. Gli auguro di continuare a farlo con lo stesso entusiasmo di sempre. L’astronomia pugliese ha bisogno di gente come lui. Chi potrà mai dimenticare il Meeting a Polignano da lui organizzato? E tante altre belle iniziative? Speriamo di ridare un nuovo impulso vitale all’astronomia pugliese. Auspico un prossimo star party pieno di novità e magari sotto un cielo sempre più stellato.
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